Driiin! La sveglia presa a cazzotti maledice il primo giorno di scuola quanto lo scolaro che sogna ancora il mare. Colazioni fuggiasche rimandate all’assalto al distributore automatico, scassinato per intascarsi manciate di Oreo e di Fonzies al formaggio, da addentare alternati per garantirsi un equilibrato retrogusto di cacao del biscotto e fetente groviera. Spine dorsali incurvate da cartelle giganti per sobbarcarsi il peso della cultura e il bell'aspetto di Giulio Andreotti. Capelli a spazzoletta e scodelle setose, cerchietti scenografici e treccine monelle: questo il catalogo da asilo coiffeur.

Poco più che lattanti approdano in prima e trascorrono le prime cinque ore a disperarsi nel pianto, intervallate solo dalle mani nel naso e sguardi incantati al ricordo del pongo. Da reperire con urgenza goniometro e compasso, per non utilizzarli mai nemmeno per sbaglio, e di generazione in generazioni tramandarsi le righe, perché squadra che vince non si cambia.

Grembiuli  stirati e felpe con il cappuccio per imboscare auricolari saldati nelle orecchie per eludere lezioni di storia a suon di riproduzione casuale by I-pod. Alleanze stipulate con la bidella del piano spalleggeranno scomparse annunciate lungo la tratta aula-bagno, durante il saliscendi da panico dell’indice che scorre sul registro. Studenti avvinghiati ingombrano il marciapiede lungo i viali che portano a scuola e se ne infischiano di ostruire il traffico nell'intero circondario se questo gli costasse slacciarsi dal loro amore fortuito ma indissolubile.

Studentesse agghindate come donne in carriera e nerd occhialute con i capelli fluo compongono la variegata compagine femminile, mentre i maschi monotematici si limitano a sperare, entro la gita, di accreditarsi una chance con entrambe. Incontri galeotti in cortile sanciscono "ciao" decisivi per le nozze, registrate previdentemente sul diario Comix, in corsivo grassetto con le penne col glitter.

Entrate a seconda ora e uscite prima del tempo vanificano ore di riunioni docenti e incastri di Rubik da orario definitivo e trasformano l'atrio nell'andirivieni di Rimini centro a agosto inoltrato. E quando suona la campanella, già si entra ed è un attimo interminabile che finalmente si esce, come se un solo giorno fosse durato più dell'estate. E pensare che è già uno di meno alle vacanze di Natale.