In Italia ormai dicono tutti le stesse cose. A cominciare dai leader. Sono tutti contro l'Europa: Beppe Grillo e Matteo Salvini, Matteo Renzi e Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e l'estrema sinistra. Adesso sul reddito di cittadinanza, chiamato in altro modo, si stanno posizionando tutti. Dimenticando però che in questo caso la primogenitura è del Movimento Cinque Stelle. Perfino sulla vicenda dell'immigrazione il linguaggio usato dai vari leader di partito presenta tratti in comune. E se la sinistra deve inseguire rispolverando il concetto di sicurezza, allora vuol dire che nella classe politica italiana l'uniformità impera. Invece in politica i leader veri hanno il coraggio di andare controcorrente, perfino con il proprio elettorato. Dicendo cose impopolari, promettendo lacrime e sangue nella prospettiva di un miglioramento globale. In Germania, dopo la caduta del Muro, non è stato semplice unificare l'Ese e l'Ovest con tutte le differenze che c'erano. Eppure è stato fatto. Barack Obama per molti versi ha rivoluzionato gli Stati Uniti. Il "si può fare" era molto più di una formula, rappresentava invece l'orizzonte di una prospettiva. Non semplice certo, ma comunque alla portata. In Italia invece tutti gli attuali leader inseguono i sondaggi e cercano di compiacere l'opinione pubblica. Non ponendosi nemmeno il problema di proporre un sistema di sviluppo diverso. Oggi il mantra è quello di attaccare l'Europa e di fare leva sulla preoccupazione, sulla disperazione, sulla rabbia e sulla paura della gente. Tutti sentimenti legittimi per carità, ma la domanda è: c'è qualcuno che propone una cosa diversa? No.
Il fatto è, però, che su determinate tematiche l'originale è rappresentato dal Movimento Cinque Stelle. E tra l'originale e la copia, voi chi scegliereste?