Di questi tempi presentarsi agli elettori sotto le insegne di un partito (qualunque esso sia) è complicato. Si rischia di ottenere l'effetto contrario, la grande fuga, il sorrisino di circostanza. Meglio approcciare in modo "civico", con formazioni non identificabili sul piano dell'appartenenza politica e partitica. Fabrizio Cistofari (candidato a sindaco "nonostante" il Pd) e Nicola Ottaviani (sindaco in carica che considera Forza Italia al pari degli altri gruppi) lo sanno bene. Lontano dai riflettori, spesso di notte, ricevono e contattato professionisti, imprenditori, gente comune. Con un obiettivo chiaro: convincerli a candidarsi al consiglio comunale come civici. Ma c'è di più: entrambi stanno penetrando nel campo dell'altro, guardando ai malpancisti, a quelli che vorrebbero ma non possono, a chi non vede l'ora di abbinare una grande dose di furbizia alla tentazione del tradimento politico. La storia delle elezioni comunali di Frosinone dimostra che il valore aggiunto dei voti trasversali è fondamentale: lo capì per primo Paolo Fanelli nel 1995, poi Domenico Marzi su questa "pietra miliare" fondò il doppio mandato elettorale. Anche Nicola Ottaviani la volta scorsa ha utilizzato questo metodo. "Fabrizio Cristofari sa parlare alla città", ha detto a Ciociaria Oggi Nazzareno Pilozzi. Per dire che è in grado di "sfondare" nell'elettorato di Ottaviani.
Ecco perché i due candidati a sindaco stanno lavorando al "colpo grosso". Un big dello schieramento avversario capolista di una civica della propria coalizione.