Fabrizio Cristofari lo ripete da mesi: "Se avrò la sensazione che mi stanno prendendo in giro, il tavolo lo ribalto io". Non gli hanno creduto, pensavano che fosse una delle tante dichiarazioni politiche quotidiane che ascoltiamo dagli addetti ai lavori. Non era così. Il presidente dell'ordine dei medici non scherzava e quando adesso dice a Ciociaria Oggi che "è stanco dei balletti dei partiti", va nella direzione annunciata. A sindaco può candidarsi lo stesso, ha ribadito, ma non nel Pd e nel centrosinistra. Con una formazione civica e poi giocarsela. Ma è evidente che uno scenario del genere andrebbe a frammentare ulteriormente la coalizione di centrosinistra e i Democrat. Non soltanto nel capoluogo, dove peraltro nel 2012 iniziò la madre di tutte le frammentazioni. D'altronde a nessuno dei leader interessa l'unità del centrosinistra: altrimenti in questi anni non ci sarebbero state le divisioni a Ceccano, Cassino, Sora, Isola Liri, Veroli. E tutto il resto. Non ci sarebbero state le "conte" alla Saf e all'Asi, non ci sarebbero state gli accordi a macchia di leopardo con Forza Italia. I Socialisti di Gianfranco Schietroma vogliono andare per conto proprio a Frosinone e nel Pd non si capisce chi dovrebbe provare a intavolare una trattativa seria: il segretario Simone Costanzo, il leader Francesco De Angelis, il senatore Francesco Scalia? Chi?
Alfredo Pallone, coordinatore regionale di Area Popolare, osserva la situazione: non firmerà alcun accordo con il Pd senza una piattaforma programmatica e politica e senza soprattutto aver verificato l'unità dei Democrat, attualmente lontana anni luce. E se il Pd non riesce a raggiungere un'intesa con Michele Marini e Norberto Venturi, allora vuol dire che la teoria del partito liquido si sta spostando sul piano... dell'evaporazione. Fabrizio Cristofari ha osservato per mesi, aspettando risposte che non sono arrivate. E lui adesso ha detto chiaro e tondo che non si lascerà né logorare né prendere in giro.