Tutte le strade (politiche) passano dalla Provincia. Meglio, dalle elezioni del prossimo 8 gennaio. Intanto perché la vittoria del No al referendum ha scongiurato la cancellazione di questi enti dalla Costituzione. E se è vero che in mancanza di risorse finanziarie nuove non sarà mai possibile tornare agli antichi splendori, è altrettanto indubitabile che la centralità politica resta. Ma prendiamo i singoli protagonisti.
A cominciare dal presidente Antonio Pompeo: se il Pd riuscirà ad ottenere la maggioranza dei consiglieri, allora Pompeo potrà mettere alla porta Forza Italia e magari iniziare a ragionare sulla possibile candidatura alle regionali. Ma se così non dovesse essere, allora la prospettiva cambierebbe. Due anni di coabitazione con gli “azzurri” potrebbero logorarlo politicamente.
Discorso inverso per il consigliere regionale e leader di FI Mario Abbruzzese: se vince allunga la serie iniziata con i successi alle comunali di Cassino e Sora. Ma se perde il contraccolpo ci sarà. Lui però ha una via di mezzo: Forza Italia ha 3 consiglieri uscenti. Se ne dovesse eleggere 5, allora anche la sconfitta numerica dovrebbe essere letta in chiave politica.
Il coordinatore regionale Alfredo Pallone confida nel fatto di poter essere decisivo per garantire la maggioranza a Pompeo. A quel punto sarebbe lui a dare le carte.
Il leader socialista Gianfranco Schietroma ha puntato tutto sulla lista civica A difesa del territorio, nella quale dovrebbero esprimere candidati pure Sinistra Italiana e Sel. L’obiettivo è eleggere un consigliere: sarà quello il confine tra vittoria e sconfitta. Guarderanno ai risultati delle rispettive aree politiche i leader del Pd: Francesco De Angelis e Mauro Buschini, Francesco Scalia e Antonio Pompeo, Nazzareno Pilozzi e Domenico Alfieri. Senza dimenticare Simone Costanzo, che però, essendo segretario, sa pure che il risultato finale farà la differenza.Un occhio attento alle elezioni provinciali lo avranno anche Nicola Ottaviani e Fabrizio Cristofari, sindaco e principale sfidante alle elezioni di Frosinone. L’onda lunga c’è sempre, anche se mancano diversi mesi.
Eh sì, tutte le strade politiche passano dalla Provincia.